Industria, ambiente e sviluppo nel Mezzogiorno
Oggetto dell’incontro è il nesso “Industria, ambiente e sviluppo nel Mezzogiorno”. Le vicende dell’ILVA di Taranto, portate alla luce dalle inchieste della magistratura nell’estate 2012, costituiscono lo spunto per interrogarsi sulla presenza delle industrie di base, sui modelli che regolano il loro funzionamento e i loro rapporti con i territori di insediamento. Se durante gli anni della proprietà pubblica, le istituzioni politiche hanno svolto a Taranto un ruolo attivo volto a promuovere il posizionamento economico dell’azienda sul mercato senza però rinunciare a coniugare l’obiettivo della redditività aziendale con la garanzia delle tutele del lavoro, con la privatizzazione si è affermato invece un modello di relazioni tra gli attori squilibrato e asimmetrico, fondato sul predominio della grande impresa rispetto a istituzioni politiche deboli e disattente e ad una società locale frammentata e rassegnata. In tale contesto, a prevalere nettamente è stata la logica economica della massimizzazione del profitto a breve termine, a scapito della tutela del lavoro, della salute dei cittadini e della sostenibilità ambientale. Soltanto grazie all’intervento della magistratura e all’azione della cittadinanza attiva, i temi della salute e dell’inquinamento ambientale sono tornati sull’agenda politico-istituzionale: l’autodifesa della società si è messa in moto. Tuttavia, il nodo di Taranto, così come di altre aree industriali meridionali, rimane aggrovigliato e la strada della ricerca di un nuovo equilibrio tra salute, lavoro e ambiente e quindi tra impresa, politica e società è piena di difficoltà e di ostacoli. Questa ricerca rappresenta un imperativo non più rinviabile, ma al tempo stesso deve misurarsi con questioni la cui complessità appartiene alla vasta trama delle “scelte tragiche”, ovvero a quelle situazioni in cui la società si trova in conflitto quando deve scegliere tra diversi valori fondamentali che, in quanto tali, non ammettono compromessi e si trova quindi nella impossibilità di soddisfare la distribuzione di beni considerati essenziali.
Dipartimenti coinvolti nell’iniziativa:
Dipartimento di Scienze Politiche (UniBA), Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni (UniCA), Dipartimento Scienze Sociali (UniNA), Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali (UniCT), Dipartimento di Scienze politiche (UniNA) Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo (UniSalento), Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali (UniCalabria), Dipartimento di Scienze Politiche e delle relazioni internazionali (UniPA)